Il Metodo Mc Kenzie

(Metodo di Diagnosi e Terapia Meccanica)

 

 

Il mal di schiena e le problematiche funzionali ad esso collegate sono sempre più frequenti e sempre più spesso giungono all’attenzione del medico curante e del fisioterapista pazienti che lamentano dolori lombo-sacrali, cervicali o del rachide in generale, con notevole limitazione funzionale.

 

 

Il metodo McKenzie è un sistema di diagnosi e trattamento dei dolori del rachide cervicale e dorso-lombare, sviluppato da Robin McKenzie, fisioterapista neozelandese.

La lombalgia colpisce 80 persone su 100 indipendentemente dal lavoro e dall’attività, sedentaria o attiva; è una delle cause più comuni di disabilità nei lavoratori, con enormi costi sociali; rappresenta il 5% delle visite del medico di base; il 35% di chi ha mal di schiena ricerca assistenza medica. Cause scatenanti del mal di schiena sono la posizione seduta prolungata e la graduale diminuzione del movimento effettuato. Stare seduti rilassati, in posizione scorretta, senza mantenere la fisiologica lordosi lombare, porta la colonna alla massima flessione, lo stesso grado di flessione completa in piedi; le tensioni in flessione presenti al lavoro sono mantenute anche durante il riposo. Nella posizione seduta, più la colonna lombare va verso la cifosi più aumenta la pressione intradiscale. Inoltre, la posizione seduta rilassata, mantenuta a lungo, provoca uno stiramento eccessivo, a fine arco, dei legamenti spinali posteriori.

Studi accurati documentano che durante le ore di veglia le persone sono prevalentemente in posizioni flesse della colonna, e raramente si estendono.

Anche per quanto riguarda la cervicalgia quasi sempre il dolore insorge quando assumiamo posizioni non fisiologiche, durante il cammino (eccessiva flessione in avanti del collo), durante la posizione seduta (senza mantenere la fisiologica lordosi lombare), durante la notte (cuscino troppo alto o troppo basso).

Il metodo McKenzie si basa sul mantenimento di posture corrette e sull’esecuzione di esercizi specifici (movimenti ripetuti) per trattare le forme di mal di schiena lombare e cervicale causate da stress meccanico (legate al mantenimento di posture scorrette o all’esecuzione di movimenti dannosi).

Dopo un’accurata valutazione del caso clinico, vengono proposti esercizi personalizzati per ciascun paziente, poiché i problemi meccanici alla base del mal di schiena variano da individuo ad individuo.

Il trattamento secondo il metodo McKenzie punta sul coinvolgimento e la partecipazione attiva del paziente al fine di ottenere velocemente la diminuzione/abolizione del dolore ed il ristabilirsi della funzione.

 

LA VALUTAZIONE:

La valutazione del paziente costituisce la prima fase dell’approccio McKenzie; viene utilizzata una scheda di valutazione mirata ad identificare e schematizzare alcuni riscontri oggettivi nella sintomatologia del paziente. La valutazione si basa su una approfondita raccolta anamnestica riguardo all’origine, il progredire, il variare del dolore e sull’andamento dei sintomi durante la valutazione meccanica. Questa prevede una serie di movimenti-test, da effettuare in maniera singola o ripetuta; monitorando il variare del sintomo (intensità o localizzazione) è possibile classificare il paziente secondo una delle tre sindromi identificate da McKenzie:

             da derangement: alterazione della normale posizione di riposo dell’articolazione interessata, causata da spostamento interno di tessuto articolare, che provoca dolore costante e ostruzione del movimento. E’ la più frequente fra le tre sindromi; la presentazione clinica è variabile; spesso i sintomi insorgono in modo insidioso; possono esserci episodi precedenti; i sintomi possono essere somatici o radicolari, intermittenti o costanti, ma soprattutto variano durante la giornata e nel tempo; si ha sempre una riduzione dell’arco di movimento, con deformità temporanea in cifosi, lordosi, deviazione laterale. I movimenti ripetuti possono provocare centralizzazione o periferalizzazione dei sintomi, con aumento/diminuzione dell’arco di movimento. Il trattamento consiste nell’individuare i movimenti riduttivi della sintomatologia, ripetendoli con una certa frequenza, insieme alla riduzione/eliminazione dei movimenti peggiorativi, alla correzione della postura e all’educazione del paziente,

             da disfunzione: deformazione meccanica di tessuti molli strutturalmente menomati, a causa di precedenti traumi, processi infiammatori e degenerativi, che provocano cicatrici, aderenze, accorciamenti, riparazioni imperfette. La stimolazione del tessuto menomato genera dolore intermittente, solo a fine arco di movimento (quando la struttura viene stirata); i sintomi scompaiono al cessare della stimolazione; causata da postura scorretta mantenuta a lungo o modificazioni degenerative (sintomi presenti da almeno 10-12 settimane); il movimento ripetuto provoca dolore che scompare cessando il movimento. Il trattamento mira al rimodellamento delle strutture coinvolte, per mezzo di un programma di esercizi che stimoli ripetutamente il tessuto menomato per riportarlo alla completa funzionalità,

             da postura: deformazione meccanica di tessuti molli normali, sani, provocata da tensioni posturali prolungate  che coinvolgono le strutture articolari, la parte contrattile del muscolo, i tendini, le inserzioni periostali. Il carico statico prolungato (circa 20-30 minuti) provoca dolore intermittente, solo somatico; normalmente più frequente in persone giovani, con stile di vita sedentario; nessun sintomo durante il movimento e le attività (solo dopo, mantenendo una postura rilassata scorretta e prolungata); spesso il paziente è caratterizzato da una scarsa postura, con testa in avanti, aumento della cifosi toracica, riduzione della lordosi lombare.  Nessuna limitazione del movimento. Il trattamento consiste nella correzione della postura e nell’educazione del paziente ad uno stile di vita più attivo e corretto.

Mediante la valutazione McKenzie è possibile classificare i pazienti da sottoporre a trattamento, o individuare quei pazienti che presentano mal di schiena non legato a cause meccaniche, e quindi che non rispondono al trattamento secondo questo metodo.

 

IL TRATTAMENTO:

La classificazione del paziente consente l’elaborazione di un programma di trattamento individuale, basato sui movimenti che aboliscono rapidamente la sintomatologia. Il trattamento secondo il metodo McKenzie punta sul coinvolgimento e la partecipazione attiva del paziente, per la risoluzione dell’episodio in corso e, soprattutto, gli fornisce i mezzi per prevenire le recidive. Un programma di auto-trattamento, in base allo stile di vita personale, metterà il paziente in grado di controllare e trattare il proprio dolore con sicurezza ed efficacia; l’auto-trattamento rende possibile una veloce indipendenza del paziente dal fisioterapista, riducendo il numero delle visite cliniche e quindi abbassando i costi di gestione.

Ognuna delle tre sindromi viene trattata in maniera distinta, mediante movimenti ripetuti e posizioni mantenute. La sindrome da derangement, la più diffusa delle tre sindromi, è legata al fenomeno della centralizzazione, spostamento della localizzazione del sintomo da una posizione periferica (dolore irradiato) verso una più centrale, se non addirittura al rachide; a ciò segue l’eventuale riduzione/abolizione del dolore stesso.

 

LA PROFILASSI:

Una volta identificate con l’esame clinico le relazioni di causa ed effetto del dolore,  i fattori predisponenti al dolore e come questi agiscano meccanicamente, per quanto riguarda la prevenzione delle recidive l’educazione del paziente ad una postura corretta, le istruzioni e le procedure necessarie al recupero del paziente diventano il fondamento del trattamento a lungo termine, base per limitare e prevenire l’insorgenza di episodi recidivanti. E’ indispensabile che il paziente comprenda gli stress posturali che portano all’insorgenza del dolore. Occorre illustrare al paziente le fasi del disturbo meccanico specifico inerente al suo problema e sottolineare le azioni appropriate nelle fasi iniziali o quando si sviluppano i primi segnali d’allarme. Fondamentale per la prevenzione delle recidive è l’auto-trattamento, prima che si avverta dolore; in tal modo il trattamento si traduce in profilassi e si sviluppa un programma a lungo termine specifico, ma semplice, costituito essenzialmente da:

-              istruzione e consigli posturali,

-              istruzione e consigli ergonomici,

-              mantenimento dell’arco di movimento,

-              equilibrio degli stress e delle tensioni meccaniche,

-              interpretazione dei segnali di avvertimento ed azione,

-              incoraggiamento ad una maggiore attività,

-              specifici esercizi di routine.